martedì 10 aprile 2018

08/04/2018 EA7 Emporio Armani Milano Marathon


Ed eccomi  qui dopo questa giornata di emozioni che non credevo più essere capace di provare. Da due anni non faccio maratone limitandomi a fare tapasciate e qualche mezza maratona. Ma si sa i 42 chilometri sono un’altra cosa, i 42 chilometri sono quelli che ti lasciano le cicatrici della fatica e ti marchiano a vita per l’impresa che hai compiuto. Non importa se ci impieghi 3 ore o 6, quello che conta è che tu con il tuo cuore hai avuto il coraggio di provarci.
Per me questa iscrizione è stata una follia, mi ero ripromessa di fare almeno 10 maratone ed eccomi qui: questa sarà la mia decima maratona. La maratona di Milano perché Milano è la mia città e voglio godere di questa festa. Durante la preparazione il clima non è stato dalla mia parte: praticamente ogni fine settimana erano cascate d’acqua dal cielo. I 30 chilometri li ho percorsi sotto il diluvio e il vento. Piano piano ho messo chilometri nelle gambe, ogni domenica e piano piano ho riacquisito la capacità di correre tanti chilometri.
E ieri dopo una notte agitata e piena di incertezze mi sono allineata alla partenza. Ci sono tanti amici, quelli di sempre, quelli con cui ho coltivato e condiviso l’amore per la corsa. Saluti, qualche foto tra di noi e poi la partenza. Lo sparo e l’avventura incomincia: 42000 metri eh si… tanta strada sotto i piedi deve scorrere.
Parto adagio nei giorni scorsi ho avuto male alla schiena e non voglio che mi torni proprio adesso, nel primo tratto di gara c’è parecchio pavet che impegna i muscoli non poco. I primi 10 chilometri mi volano sotto i piedi, la temperatura sale piano piano e incomincia a fare caldo. Ma qui ci sono e allora avanti allegramente con la testa vuota ma con un unico obiettivo: arrivare. Il primo cambio di staffetta è una festa di amici, davvero tanti i visi conosciuti e sorridenti. Avanzo ma ben presto mi rendo conto che sudando molto sto perdendo parecchi Sali minerali e i crampi incominciano a farsi sentire e quindi ad ogni ristoro trangugio quegli orrendi bicchieri di una sostanza dal sapore indefinito che però sembra facciano effetto. Prendo un gel e corro guardandomi attorno, il tempo scorre ma anche la strada e si arriva al ventesimo chilometro. Faccio il bilancio e sto bene, decido di mettere un po’ di musica. Vasco a palla e tento di incrementare il ritmo. Secondo cambio di staffetta, altra festa, altri amici altre incitazioni a proseguire. Fa decisamente caldo….. proseguire mantenendo il ritmo sta diventando difficile ma le gambe vanno e andiamo avanti. Ventottesimo chilometro: non sono la sola ad essere in difficoltà parecchie persone si fermano per i crampi, altri proseguono al passo e capisco che è arrivato il momento di stringere i denti. Il sole è alto e caldo la strada tutta al sole il percorso si fa noioso intorno a Trenno. La testa mi grida di fermarmi non ce la farò mai ad arrivare al traguardo, sono una pippa e in quanto tale mi fermerò e mi ritirerò. Ma possibile che sia così difficile prendersi delle soddisfazioni? Ma possibile che la mia testa mi debba sempre giocare contro? Dopo 10 maratone posso dire che la gara inizia adesso. Cammino qualche minuto e mi rimprovero per l’atteggiamento mentale sbagliato che ho assunto. Arriverò a quel traguardo perché ci credo, ho faticato per allenarmi, ho corso con il freddo, la pioggia, il vento e poi ancora pioggia, pioggia, pioggia. Porca miseria non mi fermerà il caldo i crampi e il mal di schiena che adesso incomincia a farsi sentire.
Durante i momenti di crisi pensi a tutto: a come sei a come vorresti essere, alle cose belle che hai creato e vissuto ai momenti bui che hai superato. Il silenzio ti pervade l’anima, sei solo…. solo contro tutto. E intanto con Vasco a palla e i miei pensieri arrivo all’ultimo cambio di staffetta e anche qui visi conosciuti e incitazioni. Stefano con la bandiera dei Podisti da Marte mi commuove, lo abbraccio si complimenta e io vado con quella bella immagine nell’anima e tanti ricordi da accarezzare. Il ricordo di Fabrizio mi accompagna insieme all’immagine del suo sorriso e del suo grande cuore. 38esimo chilometro la fatica è al limite ma sento che ce la posso fare, 39esimo chilometro adoro quel cartello….. Forza Donny devi solo andare avanti…..  e finalmente arrivo al 40esimo chilometro…. Sento il profumo del traguardo, ancora un piccolo sforzo, piango, sono stanca, mi fa malissimo la schiena, ho dolori pazzeschi ai piedi, il polpaccio teso che sembra mi si stia strappando. Percorro Viale Crispi, c’è anche una salita e la cammino non ce la faccio più i muscoli sono di legno, piazza della Repubblica e l’ultima salita, doso le ultime forze: al traguardo si arriva correndo. Corro piano ma quella medaglia è come se l’avessi già al collo. Che emozione….il cuore affaticato mi balza nel petto, arrivo in cima alla salita ora è solo discesa….. Dario mi aspetta mi si affianca, la curva di corso Venezia e l’arco della finish line, le lacrime, i singhiozzi, la vista si annebbia e taglio il traguardo. La mia DECIMA maratona! Ce l’ho fatta! Mi fermo, le gambe tremano, consegno il chip singhiozzando. Cammino fino alla signora che mi mette la medaglia al collo. E’ finita ma se non fosse per la stanchezza ricomincerei subito. L’emozione che si prova non ha prezzo LA MARATONA  E’ LA MARATONA e quando l’hai terminata ti senti onnipotente. Forse sarà l’ultima, non lo so ma quello che è certo è che 42 chilometri sono tanti, tantissimi ma bellissimi da percorrere.




giovedì 4 maggio 2017

23/04/2017 Mezza maratona di Vienna
Vienna una domenica mattina speciale perchè oggi 50.000 persone correranno la loro gara lungo le strade di questa fantastica città. Il tempo ci ha riservato la sorpresa di un vento gelido fortissimo. Alle 9,00 la temperatura è di 1 grado. Per fortuna che ci siamo portati le maglie termiche. Dopo tanto tempo torno a partecipare ad una competitiva. 21 km che io e Dario abbiamo deciso di percorrere insieme per godere del percorso in questa città a noi sconosciuta. Fa molto freddo, l'attesa in griglia si fa snervante perchè 40 minuti fermi al freddo non è proprio il preludio per una bella gara. Finalmente ci danno lo start e via, incomincia l'avventura. Il percorso non è piatto, a tratti ci sono salite e discese, il vento non ci dà tregua ma si va avanti. Al decimo kilometro incomincio ad avere male allo stomaco che mi accompagnerà fino al diciottesimo ma del resto con vento e acqua gelata ai ristori era abbastanza scontato. Quello che importa è che oggi ho avuto la voglia di riprovarci, e ho provato a rimettermi in gioco. Non mi importa in quanto tempo percorrerò questi 21 kilometri ma mi importa arrivare al traguardo, gestire la distanza con la difficoltà del freddo e del dolore, provare a superare la paura di non farcela. A tratti son costretta a camminare, le fitte allo stomaco mi impediscono di respirare come vorrei e entro subito in affanno ma vado avanti, un passo davanti all'altro, passo dopo passo, metro dopo metro. Il miracolo avviene al diciottesimo kilometro, il mal di stomaco se ne va e riesco a dare tutto quello che posso in quegli ultimi chilometri. Ho sfidato il vento gelido, ho sfidato il mal di stomaco, ho sfidato me stessa e la mia testa, sono andata oltre la crisi. Mi resta solo di godermi l'arrivo tra due ali di folla urlante (ma non sono esausti?!) io che di solito arrivo al traguardo quando non ci sono più nemmeno i cani ad aspettare. L'arrivo di una gara è sempre una forte emozione per chi l'ha vissuta in ogni metro e anche questa volta il cuore balla felice, le gambe tremano e il mondo per un piccolissimo istante si ferma e sembra tutto così bello da sembrare un sogno. E' la meraviglia della corsa, ormai sono anni che la vivo ed è un vizio che non vorrei perdere per nulla al mondo. E dopo questo bel rientro sogno di nuovo lei, la "regina".


02/04/2017 MCM RELAY CON ZANZIBAR NEL PALLONE
Ed eccomi qui di nuovo a raccontare di questa bella manifestazione che ogni anno si ripresenta con mille colori e volti sorridenti a rallegrare questa Milano grigia. Quest'anno ho scelto di fare la staffetta in squadra con Angelo Ferreri, Claudio Grassi e Dario.
A me è stato assegnato il secondo tratto di circa 11 km e visto che Dario deve fare il primo tratto decido di godermi la festa della partenza con tanti amici per poi recarmi alla mia postazione ove prenderò il testimone e percorrerò il mio tratto di strada.
Il parco di Porta Venezia è gremito di podisti intenti nel prepararsi alla gara, musica, colori, sorrisi. C'è un'atmosfera bellissima, clima è perfetto. Parte la maratona e poi la staffetta. E' tantissimo tempo che non gareggio più, che non respiro queste emozioni e mi sembra bellissimo essere qui oggi senza stress di fare il tempo (la staffetta è non competitiva) e con lo spirito di chi vuole vivere una giornata serena, spensierata.
Mi sento bene stamattina a tal punto da decidere di raggiungere da Porta Venezia Via M. Pagano con le mie gambette e così trotterellando mi incammino verso il primo cambio. A tratti incrocio il percorso della maratona e saluto gli amici che oggi hanno deciso di percorrere la "regina", un po' li invidio e penso che anche io un tempo avevo familiarità con i 42 km. Ma oggi si fa la staffetta tutti insieme appassionatamente. Arrivo in Pagano attendo una trentina di minuti l'arrivo di Dario e poi via.... è il mio turno. Dario decide di accompagnarmi per 3 km così insieme percorriamo la Via Washington. Mi sento bene, son partita con i muscoli ben caldi e questo mi permette di girare da subito a pieno regime. Lascio Dario e incomincia la mia gara: sono concentrata, assaporo la bellezza di correre libera, che bella sensazione! Io, la strada, il mio cuore e le mie gambe! Sola in mezzo a una moltitudine di persone, ognuno è qui per qualcosa o qualcuno, con i propri pensieri e il cuore gonfio di fatica e la gioia di esserci. Se Milano fosse sempre così sarebbe un paradiso terrestre! Vado avanti ascoltando la mia musica e sono così stupida da emozionarmi ma del resto io sono fatta così: tanto dura fuori ma tanto tenera dentro. Lungo il percorso trovo amici da incitare, e amici che incitano e un passo dietro l'altro raggiungo San Siro. Guardo il mio Garmin e con stupore vedo che ho corso facendo un bellissimo tempo, eppure fa caldo ora, caldissimo a tal punto che non sudo quasi più il che significa che il corpo si sta lentamente disidratando. Tengo duro, al termine della mia frazione manca davvero poco. Entro nella zona cambio ma la postazione di Zanzibar nel pallone è una delle ultime e allora è ora di dare tutto (si lo so sto facendo una non competitiva) e corro, corro come non lo facevo da tempo. Claudio mi aspetta, gli consegno il testimone e lo abbraccio e via.... lui parte e io posso riprendere fiato. Ho corso quegli 11 km facendo il mio miglior tempo! (INCREDIBILE). Con Dario raggiungiamo il traguardo per fare il tifo a tutti gli amici impegnati sulla maratona e vi giuro che vedere la fatica sul volto dei maratoneti e averla vissuta a suo tempo è un'emozione bellissima. Aspettiamo Angelo l'ultimo frazionista della nostra squadra e tutta la squadra fa il traguardo con lui. Bellissimo! La medaglia al collo e l'abbraccio finale! Bella giornata, belle emozioni, bella per un giorno anche la nostra Milano!



lunedì 20 giugno 2016

19/06/2016 Crema: alla conquista del secondo DAN

19/06/2016 Crema: esame di karate di secondo DAN
Sono passati sei anni dal giorno in cui ho varcato la soglia della palestra Yama per chiedere se avrei potuto riprendere a fare karate. Il Maestro che mi ha accolto non lo conoscevo ma dopo aver capito che erano sedici anni che non praticavo mi ha dato la possibilità di riprovarci. Ho riallacciato la mia cintura nera con la consapevolezza che per tornare quella che ero un tempo avrei dovuto lavorare duro. Le sfide mi piacciono, il karate anche e allora via…. lanciata in questa nuova avventura. Sono passati 6 anni da quel giorno e in questo lasso di tempo ho praticato con tenacia anche se per me l’idea di fare l’esame per l’avanzamento di grado era un sogno. Poi sei mesi fa il mio Maestro mi propone di provarci, uno stimolo per migliorare e andare avanti. E io accetto. Mesi di sudore, fatica, impegno e dedizione. Allenamenti estenuanti, disciplina assoluta. Programma d’esame ripetuto mille volte e più. Correzioni continue dei miei errori. E poi il grande giorno: 19/06/2016. Ieri mattina eravamo in trecento davanti alla commissione d’esame. Un’attesa infinita dopo uno stage durato 3 ore. Emozione, tensione, paura, incertezza ma soprattutto quello che non mi è mai mancata è la voglia di provarci. E così è arrivato il momento di dare tutto in una manciata di minuti…….. 6 anni di lavoro in una manciata di minuti.
Ho superato l’esame, ho guadagnato il secondo DAN e mi sento orgogliosa e felice perché a volte per prendersi quello che si vuole bisogna crederci e provarci. Da qui riparto con la certezza che la strada che ho imboccato è lunga a tal punto da non vedere l'arrivo.....Oss!
Ringrazio il mio Maestro nel quale vedo un esempio di vita.



venerdì 8 aprile 2016

03/04/2016 Milanocitymarathon 2016: un turbine di emozioni


Milano, domenica 3 aprile. Il mondo dei corridori milanesi è infesta, oggi si corre la Maratona di Milano oppure la Relay Marathon a staffetta. Io sono iscritta alla maratona ma so già che non potrò correrla per intero a causa di una tendinite che non mi ha permesso di allenarmi come si deve e che ancora mi tormenta con un dolore poco gestibile sotto il tallone. Parto ugualmente e vediamo come va lungo il tragitto. Non ho ambizioni di tempo oggi, corro con il Capitano nel cuore, oggi deve essere una festa, oggi la città si deve tingere di giallo.
Alle 09,30 lo start e c’è tantissimo giallo nelle magliette di chi corre. Questa è la maratona di Fabrizio. Il cuore sanguina nel vedere che lui non è li a galoppare con la sua bandiera in mano eppure io lo sento, vivo l’emozione di averlo accanto che mi saluta e mi incita. Quello sguardo attento quel sorriso accattivante e birichino. Corro da sola, lenta, con il dolore al piede che mi fa compagnia e la nostalgia che ad ogni passo mi sorprende di dolci ricordi. Momenti che non torneranno più ma che custodisco in un angolo di cuore come un oggetto prezioso. Quanto mi hai insegnato Fabrizio? Forse ancora non lo so perché da quello che hai lasciato ho ancora tanto da imparare. La strada è lunga, come quella di una maratona corsa con la lentezza di una lumachina. A Wagner il piede mi implora di fermarmi, il dolore si è fatto lancinante e allora obbedisco delusa per non poter finire questa gara a cui tenevo così tanto perché ricca di significato marziano. Se ci fosse stato lui mi avrebbe detto che comunque quei 12 km li ho corsi per una buona causa. Si, li ho corsi per una buona causa e questa è la cosa più importante, poco importa se non ho finito la maratona. Avrò tempo per riscattare l’ambizione agonistica, adesso devo pensare a guarire.
Raggiungo il traguardo e aspetto di poter fare la parata marziana con tutti i partecipanti. L’emozione si fa grande quando tutti insieme sfiliamo in corteo verso il traguardo. Lacrime, gioia, dolore e nostalgia esplodono dentro. Siamo marziani! Siamo uniti da un legame indissolubile e andremo AVANTI SEMPRE PER UNA BUONA CAUSA!


venerdì 23 ottobre 2015

23 ottobre 2015 Al mio Capitano Fabrizio


23/10/15 Il mio Capitano per sempre (Fabrizio Cosi)
 
 
 


E’ un dolore freddo come un rasoio, di quelli che ti martellano il corpo in ogni sua parte fino a farti mancare la forza di respirare. Una sensazione di vuoto che non riesci a colmare nonostante lo sforzo di non pensare. Le lacrime  non smettono di scendere. E’ così che mi sento stamane dopo averti visto steso su quel lettino in quel posto da incubo.

Nella mia mente scorrono le fotografie di tante scorribande insieme a te e ai marziani. La mia prima missione marziana datata novembre 2010, io che avevo paura di essere lenta e tu che mi hai avvicinato e mi hai detto: “hai visto che non andiamo veloci, se fai fatica dimmelo che rallentiamo”. Da quel momento son diventata “marziana” orgogliosa di “per una buona causa sempre”.

La volta dell’Aranciolona quando io e Dario abbiamo fatto il “lungo” e tu sei tornato indietro a prenderci incoraggiandoci per la fatica fatta. L’Arrancabirra con il pullman marziano una di quelle giornate che quando arrivi a sera ti chiedi ma perché è finita? E poi il ricordo più bello, quello che custodisco gelosamente in fondo al cuore, quello che non morirà mai: Milanocitymarathon 2014, il mio traguardo soffertissimo e tu con il tuo sorriso e una birra gelata in mano che mi abbracci e mi allunghi da bere.

Ci hai insegnato a tornare bambini, a sognare anche in un giorno grigio e donare sorrisi. Donare sempre qualcosa di positivo. Donare che fa tanto bene al cuore di chi dà e di chi riceve. Grazie a te ho cambiato il modo di vedere le cose e di vivere la quotidianità. Un sorriso è meglio di un broncio. Sempre.

Ho perso un fratello predestinato forse a un disegno divino che adesso non vedo e che fatico ad accettare. Mi hanno portato via una persona speciale che aveva l’amore in tasca, una parola e un pensiero buono per tutti. Per lui non esisteva l’ultimo della fila, non esisteva il bianco e il nero, il ricco e il povero. Per lui eravamo tutti marziani uniti dalla solidarietà, dall’amicizia e dalla fratellanza. Tu, il nostro Capitano, un vulcano di idee per cambiare questa città tanto difficile da vivere. Tu c’eri sempre, una Whattsup e rispondevi subito. Tu, semplicemente Fabrizio, matto visionario, sognatore ma così apprezzabile sotto il profilo umano da essere riuscito a creare intorno a te un anello umano di un valore inestimabile. Tu con la tua energia inesauribile, il sole nel cuore e la musica nell’anima. Tu che te ne sei andato per sempre e ci hai lasciato increduli davanti a una morte assurda. Inutile chiedersi il perché, non lo troverò mai. Nessuno potrà mai sostituirti perché sei una persona speciale e unica nel suo genere. 

Da lassù aiutaci a superare questo momento, guidaci nel portare avanti la tua missione, i Podisti da Marte non possono finire qui. Eravamo il tuo orgoglio e con onore porteremo avanti il tuo operato sempre e comunque per una buona causa!

venerdì 27 marzo 2015

22/03/2015 - Roma: la mia ottava maratona


Oggi è il 27 marzo e sono passati 5 giorni dalla mia ottava maratona, oggi è il 27 marzo e stamattina ho riprovato a correre perché la mia testa mi continuava a ripetere di riprovarci. Stamattina alle 6 sono uscita per sgranchire le gambe e in quei 5 kilometri ho capito che ormai la corsa fa parte di me. Veloce o lenta che sia è entrata nella mia vita e non se ne andrà mai più. A me non importa gareggiare anche se l’emozione di confrontarsi con la distanza regina è sempre grande e il raggiungimento del traguardo porta con sé una gioia indescrivibile, a me importa provare quella sensazione di benessere che la corsa regala.

“Domenica ho corso 42 km”…… quando lo dico la gente mi guarda allibita e incredula. Se poi racconto loro che di quei 42 km 25 li ho fatti sotto la pioggia e il vento e la maggior parte di quella distanza era su un fondo fatto di sampietrini allora la loro espressione cambia da stupita in compassionevole. E poi aggiungono: “sei pazza”. Forse è vero sono pazza ma la vita va anche condita di questo ingrediente.

Ho corso la maratona di Roma per la seconda volta perché Roma è una città bellissima, sapevo che il percorso non era facile ma ci ho voluto riprovare. Ancora una volta posso confermare la bellezza del percorso che tocca i monumenti principali e i luoghi più suggestivi della città, ancora una volta posso confermare che si arriva al traguardo con i piedi devastati e le gambe a pezzi ma con il cuore gonfio di orgoglio.

Durante la maratona muori e rinasci altrimenti non avresti il gusto di correre tanto. Entri in contatto con la parte peggiore di te ma scopri anche la parte più bella e più vera di te stesso. Ti odi perché vorresti fermarti, ti ami perché nonostante tutto vai avanti, passo dopo passo, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro. Con la pioggia, con il vento, su salite e discese. La difficoltà ti fa compagnia e tutto sommato per un maratoneta quella compagnia è quasi divertente. Si perché se non fatichi non ti diverti se non incontri il muro non stai correndo una maratona. Per un maratoneta fermarsi è contro natura: si avanza lenti con un passo stanco ma si avanza sempre, finchè le gambe reggono, finchè il fiato c’è finchè la tua volontà ti sostiene. Solo sulle tue forze puoi contare. La fatica a ben pensarci non esiste.

Domenica ho corso la maratona di Roma: la mia ottava maratona. Gli ultimi metri con il cuore gonfio di orgoglio e gioia, ancora una volta ho vinto la sfida contro me stessa, ancora una volta ho avuto cuore e gambe per 42mila metri. Ancora una volta FINISHERRRRR in quella stupenda cornice.

Ricordi che rimangono impressi, emozioni indelebili da custodire e raccontare.

Grazie ROMA <3